Tuesday 31 July 2012

An viagi


Carissimi, sono arrivato in terra toscana dopo circa 800 km di borse e bici e zaino.
Sono stato sulle Alpi francesi e ho fatto l'Izoard e l'Alpe d'Huez carico come un mulo, poi sono tornato a Torino e sono ridisceso subito verso Genova, per poi passare per le Cinque Terre. Nel mezzo una caduta che mi ha causato qualche problema alla spalla destra.
La seconda parte- nonostante il caldo e le spalle tagliate- è stata magnifica, ho fatto diversi bagni, ho dormito su panchine e nel parcheggio di una coop (c'era troppo vento per accamparsi), ho conquistato molti posti. Ho anche incontrato persone improbabili, ho parlato molte lingue. Non male, non male.
Ora ho poco tempo, scriverò di sicuro qualcosa nei prossimi giorni.
Ho anche molte immagini, ne ho scelta una ma le altre sono qui:
http://umbertomassa.info/gal/index.html
http://umbertomassa.info/gal/gal2.html

(sembra pubblicità occulta, in realtà è bisogno di brevitas)
a presto,
u.

Sunday 22 July 2012

What did you put on my table?

Today I'm gonna start writing posts in English. I couldn’t imagine that possible when I was at school going through all these grammar books conveyors of pages and pages of illustrations representing very peaceful characters handling -only with a few wrinkles on their front head- all sorts of incredible daily situation. Like: Bob explains to Ted that Mike had been running for almost half an hour in order to get into the bus number 68 which stopped after 5 mins in front of his garden where Jim asked to borrow Mike’s special scissor to cut the rosebush of his other neighbour leaning inside his property. 

My approach to them (these characters) was: okay, I am going to observe you guys, to figure out what you really mean under the plain features of your faces trying to get familiar with your vocabulary but once the exam is done..that’s it, I am not going to see you again especially in case of fun. Bye. 

But after these guys left, some other people knocked at my Door. And I will be always grateful to them for coming. Their words brought big boxes with a totally different specific weight in terms of charisma, even if sometimes they were banging and crashing or passing through the windows. They crowded my lounge and even if from an external point of view I could look like hell, what happened to this guy, inside I was smiling. 
They were my favourite English-writing authors and poets Conrad, Kerouac, Dylan Thomas, TS Elliot, Bob Dylan, Nick Drake etc.. etc.. 

But still, I could not get really confident using their language without concrete experience. 

That’s the main reason why I went to England to work in a restaurant for some months. There, facing a good variety of British accents, I finally understood how to look like a person who really gets the message. And seeing that what I brought on the table was not very far from the customers’ intentions, I growth self-assurance. 

Later on, I started working on ships where a sort of International English is constantly spoken and through hours of conversations with friends I got used to some slang expressions or at least to figure out their possible meaning. Now, I often find myself thinking genuinely in English and with this I mean those kinds of streams of words that cannot really be translated happily. 
So, why not writing in English on my blog? 

Let’s celebrate with this song:



                                                         See you.

Friday 6 July 2012

In partenza

Ragazzi, che casino.
È la prima valutazione della stanza, un'accozzaglia di borse, zaini, sacchi, bicchieri, biciclette, ganci per auto, cacciaviti, fogli, succhi di frutta spremuti e agonizzanti.
Sto partendo, e la decisione più logica e sensata m'è parsa NON sistemare il marasma che già c'era e tirare fuori dai vari angoli le borse, i sacchi a pelo, la tenda, il fornelletto. Sto lentamente componendo tutto, con un'occhiata all'elenco che ho diligentemente stilato stamattina, per terra.
Che dire? Sarà dura. Il piano è un bel torino-pisa con la fida mtb caricata del necessaire. Anch'io sarò carico, con il caratteristico zainone verde da montagna. La prima tappa è Torino-Neive, ma forse mi spingerò più in là a coprire un'ottantina di km. La seconda va dalla Langa a Genova, e a pensarci mi viene da piangere: i km saranno 120, nel migliore dei casi, con tante colline sempre più alte fin da subito e poi lo scollinamento da uno dei Passi tra Piemonte e Liguria. A Genova le spalle saranno violacee, piene di vesciche, e probabilmente già tagliate. Il giorno dopo un centinaio di km: da Genova a Spezia, c'è saliscendi ma mi fermerò per farmi il bagno.. e in realtà credo che mi accamperò nelle Cinque Terre, o a Lerici. La bellezza dei posti mi aiuterà a non considerare stanchezza e male, almeno credo. Il giorno dopo passerò il Magra e mi butterò in Toscana, fino a Pisa.
L'inconveniente è che sono solo, e tutto si fa più difficile. A parte le questioni di stretta sicurezza (accampamento selvaggio in solitaria...mmm), c'è il doversi portare da soli TUTTO l'occorrente per un viaggio in bicicletta. E badate bene, tutto questo malloppo non dipende dal numero dei partecipanti o dai giorni di viaggio, serve ogni volta che almeno una persona viaggia in bicicletta. E allora: chiave inglese (pesa, ma è utile anche per piantar picchetti), tiraraggi, brugole, smagliacatena, pompa, toppe e mastice, viteria varia, chiavi. Fornelletto, lastra, bombole, gavetta, detersivo, sapone. Tenda sacco a pelo lenzuolo cuscino gonfiabile stuoia. Roba da primo soccorso (incrociando le dita), cerotti betadine acqua ossigenata garza forbici. Ago e filo.

Insomma, sarà dura, ma penso e spero che sarà anche bello. E in terra toscana mi aspettano vecchi amici, divise pulite e ceci bollenti.. chissà quali saranno i passi successivi, comunque voglio esserci.
Oh, dimenticavo: prima della traversata mi prendo qualche giorno in montagna, per riabituarmi alla fatica.

Il faut bien.


Un abbraccio,
Umb.

Thursday 5 July 2012

Un incantatore di cobra




A Colombo, dietro una fila di auto parcheggiate, mi sono avvicinato ad un incantatore di serpenti. Se ne stava accucciato all'ombra di una palma, ai bordi di un piazzale assolato in terra battuta, mentre la sua scimmietta cercava di restare a buona distanza, guardandosi attorno nervosamente.

Due cobra uscivano da dei cestini di vinco scoperchiati davanti a lui, con il corpo pronto a flettersi nell'aria al minimo comando del loro sguardo attento. Gli ondeggiamenti del flauto li interessavano più della melodia, ma a tratti non seguivano più nemmen quelli. La mano su cui di colpo si lanciavano, ogni tanto li afferrava come per il collo, respingendoli al loro posto.


Niccolò